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26 marzo 2024

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Il messaggio del Vescovo di Jesi mons. Gerardo Rocconi
riprende l’incontro con papa Francesco

BUONA PASQUA DI LUCE E DI VITA
IN UN MONDO DI TENEBRA E DI MORTE

È un appuntamento importante, questo, per me: poter condividere un augurio di Buona Pasqua, ma soprattutto un dialogo di fede. Mi accingo a scrivere queste riflessioni di ritorno dal pellegrinaggio a Collevalenza, dal Santuario dell’Amore Misericordioso.

L’amore Misericordioso è il Crocifisso che a Collevalenza viene rappresentato vivo, con gli occhi rivolti verso l’alto, nell’atto di pregare il Padre per i suoi nemici: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno (Lc 23,34). Sono certo che è la preghiera che Cristo, nel suo eterno intercedere presso il Padre, continua a fare anche oggi. La situazione che vive questa umanità è drammatica. Si fanno scelte di morte in continuazione: scelte di guerra, scelte di odio, scelte di distruzione; addirittura la scelta di inserire nella costituzione francese l’aborto come libertà garantita. Scelte che, come una locomotiva impazzita, non possono che condurre a esperienze sempre più dolorose di morte.

Ebbene, in tutta questa tragedia risuona il grido di Gesù: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.

È l’espressione della misericordia di Dio che sempre cerca i suoi figli e vuole richiamarli da una strada di perdizione e sconfitta.

Del resto Dio è coerente e non può venir meno la parola di Gesù detta a Nicodemo: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio, perché chiunque crede in lui non vada perduto ma abbia la vita eterna (Gv 3,16).

La certezza che Dio non si stanca degli uomini, però, non significa che gli uomini possono continuare a fare pazzie e non significa nemmeno che la Chiesa possa smettere di illuminare, incoraggiare, indicare la via di Dio.

La Chiesa, e ciascuno di noi, è chiamata a seguire Gesù, il crocifisso, per ricordare a tutti l’amore di Dio, ma anche per ricordare che la morte del Signore è la conseguenza delle nefandezze degli uomini. E come Pietro ha fatto il giorno di Pentecoste, la Chiesa è chiamata a gridare a tutti: Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo (Atti 2,38), cioè Risorgete con Gesù.

È tempo questo per riscoprire la fede e per scegliere da che parte stare.

Non dalla parte dei sacerdoti del tempio e dei farisei che vogliono mettere a tacere Cristo, così come fa questa umanità oggi con tutte le sue tragiche scelte.

Non dalla parte dei discepoli paurosi e vigliacchi, così come accade oggi a chi dimentica di gridare la Parola di Dio che vuole salvarci; Parola, però, che è anche scomoda, perché invita alla conversione.

Siamo chiamati a essere dalla parte di Maria, la madre, colei che sa stare ai piedi della Croce.

E con i Dodici prima, con la prima Comunità cristiana, poi, e con noi oggi, Maria indica Gesù, il Risorto e ci ricorda che solo in una vita fedele abbiamo doni veri, doni che rimangono. Quali?

1. Risorti con Gesù possiamo rivolgerci a Dio e chiamarlo Abbà, Padre.

2. Risorti con Gesù possiamo vivere una vita nella pace, ricchi della sua presenza e della sua compagnia.

3. Risorti con Gesù abbiamo la certezza che la vita non muore, che per l’eternità potremo vivere nel cuore di Dio.

Non è meraviglioso tutto questo?

Certo, e questa consapevolezza ha una conseguenza immediata: la nostra vita diventa serena, gioiosa. La nostra vita ha un senso.

Ma c’è un’altra conseguenza: l’Amore Misericordioso, cioè il Signore Gesù vuole raggiungere tutti. Vuole raggiungere ogni uomo; a tutti vuole dare la sua vita e la sua pace. E noi credenti siamo chiamati a essere strumenti del suo amore. Cioè siamo chiamati portare la fede in questo mondo incredulo e perciò stesso sofferente.

Non possiamo tirarci indietro in questo impegno. Il grande dono della fede ricevuto, ci impegna a non trattenerlo gelosamente: è un debito che abbiamo verso un’umanità che fa scelte suicide.

Lunedì 11 marzo scorso noi vescovi marchigiani abbiamo incontrato il Papa. Due ore di colloquio intenso, sereno e fraterno. Una domanda e una preoccupazione ci hanno accompagnati: «Come annunciare il Risorto? Come proporre al mondo sofferente, che sta andando verso il baratro, l’unica via di salvezza?».

Ci sembra che oggi ci manchino le parole. Ci sembra che la comunicazione sia sempre più difficile e la Chiesa non riesca più a parlare e a portare questa notizia meravigliosa.

È necessario, pertanto, trovare un linguaggio che arrivi al cuore, un linguaggio che sia la via per trasmettere Gesù, il suo insegnamento e la sua parola.

Sembra che oggi, questo mondo triste e individualista, un linguaggio, comunque, lo capisca, uno solo. Non capisce le parole che raccontano la fede, non capisce quando parliamo di Gesù: non interessa. Ma è colpito quando i cristiani parlano con la vita, cioè quando vivono un’esistenza ricca di carità e caratterizzata dalla gioia.

Sì, la carità e la gioia; le opere della misericordia e la serenità; le scelte di amore e la pace del cuore… sono il linguaggio che il mondo capisce ancora e sono la via, quindi, per annunciare Gesù, per annunciare l’Amore Misericordioso.

Buona Pasqua: è un augurio, ma è soprattutto un invito a scegliere, scegliere la Vita, scegliere l’Amore, vivere nella gioia: è lo stile che si addice a chi ha incontrato Gesù, l’Amore Misericordioso, perché il mondo abbandoni le tenebre, la morte, e scelga anche lui la luce, la vita, la gioia.

+ Gerardo Rocconi, vescovo

Nella foto, un momento della processione della domenica delle Palme, 24 marzo 2024 dalla parrocchia di san Giovanni Battista alla Cattedrale di Jesi dove il vescovo mons. Gerardo Rocconi ha presieduto la santa Messa.