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14 dicembre 2023

DON ATTILIO PASTORI È TORNATO
ALLA CASA DEL PADRE

Don Attilio Pastori ha concluso la sua vita terrena tutta dedicata alla Chiesa e all’attenzione alle persone, ad ogni persona incontrata, agli studenti negli anni di insegnamento (al liceo scientifico, al liceo classico e a ragioneria di Jesi), ai bambini, ragazzi, giovani della sua parrocchia, a quanti hanno partecipato alle attività della comunità parrocchiale a lui affidata, ai poveri.

Nato il 15 settembre 1932 a Jesi, è morto il 14 dicembre 2023 alle 11 nella casa di corso Matteotti, sopra la chiesa, dove ha abitato per più di sessanta anni, da quando è stato nominato parroco di San Giovanni Battista. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1955 da mons. Giovanni Battista Pardini, è stato viceparroco a San Giuseppe di Jesi e poi parroco della stessa parrocchia di San Giovanni Battista, dal 25 novembre 1959, per 59 anni. È stato assistente dei gruppi dell’Azione Cattolica e degli Scout, partecipando e promuovendo tante proposte formative per generazioni di bambini e ragazzi.

Era Canonico della cattedrale dal 2010 e dal 1995 direttore della biblioteca diocesana “Pier Matteo Petrucci”, alla cui fondazione ha dato un contributo determinante. Laureato in lettere, filosofia e teologia, ha sempre avuto il desiderio di trasmettere l’amore per la cultura e per una fede incarnata nel quotidiano.

È stato insignito della cittadinanza benemerita del comune di Jesi, votata all’unanimità dal consiglio comunale il primo agosto del 2013, con la seguente motivazione: «Sacerdote, insegnante, studioso di filosofia e di arte a tutto tondo, senza che vi siano ambiti del sapere umanistico o letterario che non abbia esplorato e che non sia stato capace di comunicare agli altri, avvicinando anche persone non credenti a temi e contenuti di elevato significato morale, associando questi costanti spunti di natura teologica ed ontologica ad una lunga e fervente attività educativa verso le più giovani generazioni, azioni queste non disgiunte da un non meno importante impegno per la valorizzazione del patrimonio artistico esistente che si è sostanziato principalmente sia nel pieno restauro della chiesa di San Giovanni Battista, riportata, sul piano architettonico e decorativo, alle originarie influenze barocche, sia all’apertura della biblioteca diocesana dove sono ospitate le preziose cinquecentine e il fondo filippino che rivestono un grande interesse storico e artistico». L’onorificenza gli era stata consegnata dal presidente del consiglio Daniele Massaccesi nella seduta del consiglio comunale del 12 settembre 2013 alla presenza dei consiglieri e consigliere, del sindaco Massimo Bacci, del vescovo mons. Gerardo Rocconi, del diacono Emilio Capogrossi e di tanti amici di don Attilio mentre la presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, aveva inviato una lettera di congratulazioni, ricordando il tempo della sua partecipazione alle attività della parrocchia di San Giovanni Battista. «Come sacerdote, come educatore, come uomo di cultura non ha mai cercato la ribalta – ha detto il consigliere Daniele Olivi - non è mai stato vittima del protagonismo imperante, eppure ha un posto di rilievo nella storia recente della comunità cittadina: e da dentro l’ombra della sua riservatezza interroga ancora la realtà e insegna a interrogarla; e continua a ripetere quella biblica domanda, che molti dei ragazzi e delle ragazze che hanno frequentato e frequentano la sua parrocchia hanno imparato a cantare in una canzone: “Shomèr ma mi-llailah?”, «Sentinella, quanto manca della notte?» In quella cerimonia, don Attilio Pastori aveva tenuto una breve conversazione nella sala del consiglio comunale, dopo aver ricevuto la pergamena della cittadinanza benemerita. «La maggior parte delle cose realizzate sono venute da sé. Circa 40 anni fa dovetti spiegare che cosa è il mecenatismo ad un ufficio del Ministero dei lavori pubblici perché l’ingegnere che aveva reso possibile la realizzazione dell’opera era stato remunerato soltanto con “grazie Mario” e l’ufficio non voleva crederci. L’unica cosa di cui mi sento orgoglioso è di aver realizzato la biblioteca diocesana perché chi realizza una biblioteca costruisce un granaio e da sempre le cose che mi sono state più care e che ho donato con sacrificio sono i libri che adesso si trovano nella biblioteca petrucciana. Non bisogna donare da morti ma da vivi.

I libri sono come i cacciaviti in ferramenta (di tutte le dimensioni): servono quando servono: il cacciavite secondo la misura, il libro secondo l’interesse o l’argomento. L’importante è mantenere sempre l’amore per le cose belle per le quali vale sempre la pena dedicare passione e tempo. Amare sempre tutti dal momento che i ragazzi sentono se quello che fai, se lo fai per amore o per ruolo».

La salma sarà esposta nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista dalle 11 del 15 dicembre. I funerali saranno presieduti dal vescovo mons. Gerardo Rocconi, con la partecipazione di tutto il clero diocesano, sabato 16 dicembre alle 9 nella chiesa di San Giovanni Battista.

Ufficio diocesano comunicazioni sociali

Jesi, 14 dicembre 2023

Nelle foto, don Attilio Pastori mentre tiene la conferenza “La cattedrale: estetica teologica e spazio sacro” alla Biblioteca diocesana nel 2008; don Attilio Pastori alla conferenza stampa del 19 aprile 2012 per la presentazione del ritrovamento, da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze e di Ancona, del dipinto del XVIII sec. “San Luigi Gonzaga” il cui furto egli stesso aveva denunciato il 29 marzo 2007 (foto di Anna V. Vincenzoni); pagina del settimanale diocesano Voce della Vallesina del 22 settembre 2013