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31 ottobre 2023

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Diocesi di Jesi e commissione di pastorale della salute,
dal 26 novembre al 3 dicembre

LA MISSIONE CON I PADRI CAMILLIANI
UN DONO PER LA DIOCESI

Guarda il video con le interviste a mons. Gerado Rocconi e don Gerardo Diglio

La diocesi avrà il dono di vivere una missione diocesana con i padri Camilliani dal 27 novembre al 3 dicembre.

Domenica 26 novembre alle 18,30 in cattedrale sarà conferito il mandato ai missionari della famiglia religiosa dei Camilliani che saranno a Jesi. Nella stessa celebrazione sarà consegnato il mandato diocesano ai catechisti e agli educatori.

Per tutta la settimana i religiosi andranno nelle parrocchie che hanno comunicato la loro adesione e dove incontreranno le persone malate in casa e nelle strutture. La missione ha lo stile del porta a porta, con incontri in casa e la possibilità di celebrare la santa Messa.

Sono previsti alcuni momenti comuni diocesani, oltre le celebrazioni di inizio e di conclusione, come l’incontro per i giovani il venerdì 1° dicembre nella parrocchia del Kolbe.

Domenica 3 dicembre alle 9,30 il Vescovo, i religiosi e il cappellano don Gerardo Diglio celebreranno nella cappellina dell’ospedale che sarà dedicata a san Camillo de Lellis e alle 11,30 in Cattedrale il vescovo presiederà la celebrazione conclusiva nell’ambito della quale gli unitalsiani rinnoveranno la loro adesione associativa.

Hanno aderito alla proposta le parrocchie di: San Massimiliano Kolbe, San Giuseppe, Regina della Pace, San Pietro Martire, San Sebastiano e Santa Maria del Piano, Santa Maria Nuova e Collina, San Marcello, Castelbellino, Pantiere, Cupramontana, Moie, Maiolati Spontini, Montecarotto, Poggio San Marcello, Castelplanio.

Marcella Coppa e don Gerardo Diglio, responsabile e assistente della commissione diocesana di pastorale della salute, subito dopo l’emergenza covid, hanno pensato a un momento capace di coinvolgere tutta la diocesi ed in seguito l’ufficio nazionale ha suggerito di organizzare delle Missioni per celebrare il 30° anno dell’istituzione della Giornata mondiale del Malato.

Lo scorso 24 febbraio padre Walter Vinci, religioso Camilliano e responsabile della Pastorale Giovanile dei religiosi Camilliani del centro Italia, aveva tenuto a Jesi, l’incontro “Più cuore nelle mani per prendermi cura di te” a conclusione del percorso di formazione dedicato ai temi della salute per volontari, operatori sanitari e aperto a tutti, proposto dall’Ufficio Pastorale della Salute della Diocesi di Jesi e dalla Cappellania ospedaliera “Carlo Urbani”.

Il vescovo mons. Gerardo Rocconi sostiene e incoraggia la missione con questo messaggio: «Gesù, il giorno in cui si è presentato nella sinagoga di Nazaret per dare inizio al suo ministero, ha letto così dal rotolo del profeta Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio» (Lc 4,18). E sempre sarà così. Il Vangelo è una bella notizia per chi è povero. I sazi non ne sentono il bisogno, i poveri hanno il cuore aperto. E fra i poveri vanno annoverati i malati. Questo ci fa capire quanto è importante questa missione: sarà tempo di annuncio, tempo di consolazione, tempo di preghiera. Benedico questo impegno che tante parrocchie hanno scelto di portare avanti e chiedo al Signore che il frutto sia abbondante».

Nel 1586, la “compagnia di uomini da bene” ottenne l’approvazione dal papa marchigiano Sisto V e, nel 1591, il papa Gregorio XIV diede lo status di Ordine, con il nome di “Ordine dei Ministri degli Infermi”, nome scelto dal Fondatore, per indicare che i suoi membri dovevano avere come modello Cristo, che disse: «Non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita». Oggi i Ministri degli Infermi sono conosciuti in tutto il mondo come Camilliani. L’Ordine, come stabilisce la sua Costituzione, si dedica «prima di qualsiasi cosa alla pratica delle opere di misericordia verso gli infermi» e fa sì che «l’uomo sia messo al centro dell’attenzione del mondo della salute».

Il fondatore è san Camillo de Lellis, nato a Bucchianico nelle vicinanze di Chieti, il 25 maggio 1550. Per san Camillo, qualunque cosa riguardasse anche lontanamente i suoi poveri, gli ammalati, era sacra e da accogliere. Ormai prossimo al termine della sua vita, Camillo si ritrovò con quattordici conventi, otto ospedali (di cui quattro sotto la sua completa responsabilità) e con 80 novizi e 242 religiosi professi. Leone XIII lo dichiarò, nel 1886, patrono degli infermi e degli ospedali, Pio XI lo proclamò patrono degli infermieri nel 1930 e Paolo VI, qualche decennio più tardi, protettore particolare della sanità militare italiana. La sua festa liturgica ricorre il 14 luglio.

 

Nella foto, il vescovo don Gerardo Rocconi, l’assistente dell’ospedale don Gerardo Diglio, padre Walter Vinci ed altri camilliani venuti a Jesi il 24 febbraio 2023