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15 ottobre 2021

Cattedrale di Jesi, 12 settembre 2021

Assemblea Diocesana Pastorale

Vescovo don Gerardo.
L’Apocalisse è il libro della Speranza per la Chiesa che viene presentata nella sua veste più bella. In queste due assemblee parleremo di un cammino da fare insieme, di uno stile da imparare: tutti sentiamo il peso di una Chiesa che ha problemi, per qualcuno brucia, per qualcuno non dice più niente. Il materiale di cui è fatta la Chiesa è la nostra povera umanità, ma non dobbiamo perdere di vista il nostro destino e la nostra origine. La Chiesa è Gesù glorificato che ci conduce nel cuore di Dio, è Lui che ci ha chiamati a compiere un percorso di morte e di resurrezione. Abbiamo bisogno di inventarci continuamente nel nostro cammino e di tenere conto della nostra origine, del nostro destino di abitare nel cuore di Dio, della certezza che Cristo oggi cammina con noi e ci dona perennemente il suo Spirito. In questa Assemblea ci fermiamo per ascoltare e poi per capire come essere testimoni in questo mondo, così da “imbarcare” il mondo intero. Il Sinodo dei Vescovi provenienti da tutto il mondo si svolgerà nel 2023 ed è preparato nelle diocesi, nelle nazioni e nei continenti. È dal convegno di Firenze del 2015 che si parla di un cammino sinodale per la Chiesa italiana per imparare uno stile da vivere per essere significativi. Camminiamo, dunque, sorretti dalla speranza che ci viene dalla Parola di Dio e dalla certezza che le forze degli inferi non prevarranno. Chiediamoci: «Come puoi essere tu Chiesa perché il mondo trovi speranza e pace in Gesù?».

Don Federico Rango ha condiviso alcuni passaggi dei suoi studi sulla teologia della e sulla Chiesa (ecclesiologia) e che si confrontano sulla sinodalità per offrire a ciascuno la possibilità di elaborare una riflessione personale. In premessa ha ribadito che non ci dobbiamo aspettare una nuova Rivelazione, perché tutto è stato rivelato dalla Scrittura e dalla vita della Chiesa e che sinodo e sinodalità sono parole che appartengono da sempre alla Chiesa (σύν «con, insieme» e ὁδός «via»). I cristiani sono chiamati “quelli della via” e all’inizio della Chiesa si svolgevano già le assemblee sinodali: Sinodo e Chiesa sono sinonimi da sempre, dicono la realtà di un popolo che sta insieme. «Oggi dobbiamo fare un passaggio ulteriore – ha detto don Federico - perché nel contesto di Chiesa stiamo mettendo da parte quella base comune. Dobbiamo ripartire dalle fondamenta del concilio Vaticano II che ridefinisce in maniera chiara cosa è la Chiesa rispetto all’idea di societas perfecta indicata dal concilio di Trento (1545-63). Il Vaticano II indica la Chiesa come sacramento, vessillo innalzato da Dio in mezzo alle nazioni per radunare in Cristo, per mezzo dello Spirito, tutti i popoli.

Il compito della Chiesa è di essere sacramento che rimanda al Dio che l’ha generata e che raduna tutti i popoli in un unico popolo. Esistiamo per essere Cristo in mezzo al mondo: se dimentichiamo questo, ci appiattiamo sull’orizzontalità della vita della Chiesa e perdiamo il dinamismo che conduce alla destinazione verso il suo compimento che è in Cristo ma che ancora non sperimentiamo (tensione escatologica). In Evangelii Gaudium il Papa definisce la Chiesa missionaria. Se togliamo la Chiesa dalla sua tensione escatologica, siamo fermi all’organizzazione e ai numeri. Dobbiamo comprendere cosa è la tradizione che è una realtà viva, e lo Spirito metterà sempre delle novità. Dire che la tradizione è solo quella esistita prima di noi, è tradirla. La novità di Dio è una novità esistenziale che sempre più ci conforma al compimento verso il quale tendiamo. Nel mondo esistiamo stando insieme, non possiamo pensarci staccati: la mia fede dipende da un’assemblea che in me l’ha generata. L’aspetto della sinodalità ci dovrebbe interessare da vicino, perché è ciò che manifesta la Chiesa in mezzo a noi. Noi siamo la Chiesa di Cristo e agiamo sinodalmente. Siamo presenti in mezzo al mondo a partire da ciò che siamo. Il luogo principale dove si manifesta la sinodalità è l’eucarestia celebrata attorno al vescovo, riuniti con tutti i presbiteri, da tutti i battezzati. La Messa, dove ci si ritrova in tanti, dove ciascuno vive il proprio culto spirituale insieme agli altri, ci rivela: la liturgia dovrebbe trasformarci in ciò che siamo. La sinodalità è uno stile di vita che ci manifesta a servizio del mondo, ci mette nella condizione di essere missionari ed evangelizzatori. Questo tempo storico che viviamo è un tempo in cui si comincia a manifestare ciò che siamo e ci costringe a partire dall’essenziale. La funzione del sinodo è fare discernimento, capire come agire e vivere la nostra missione evangelizzatrice. Il sinodo si celebra soprattutto ascoltando ciò che lo Spirito ci dice e serve un atteggiamento di umiltà e di ascolto gli uni verso gli altri».

Don Federico ha poi offerto dei suggerimenti di metodo per portare lo stile di pensare e di vivere sinodale in ogni realtà, in parrocchia, nei gruppi, in famiglia, in ascolto dello Spirito e delle domande che l’umano ci mette davanti. Di fronte a tanti poveri e a tanti ultimi non possiamo sentirci indifferenti. Se mettiamo al centro il criterio della comunità e della comunione, riusciamo a puntare all’unità, che non è uniformità ma tenere conto di tutte le persone che portano il loro contributo, anche di chi ha opinioni diverse. Serve inoltre lo stile del linguaggio, dirsi le cose con verità e sincerità: anche una verità scomoda ci fa crescere. La Chiesa va oltre i credenti e in quell’oltre dobbiamo starci.

 

Indice Sinodo