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12 aprile 2022

Pasqua 2022,
il messaggio del vescovo

Credo che sia difficile dire con entusiasmo “È Pasqua! Auguri!”. Gli ultimi anni sembrano contraddire questa nostra certezza. Proviamo a guardare indietro appena 14 anni.

Anno 2008: inizia una grande crisi economica. Si perdono posti di lavoro, tanti stranieri che erano venuti in Italia o a Jesi, se ne vanno perché sono crollate le loro speranze. La Caritas comincia a essere frequentata anche da italiani.

Anno 2016: Anche se non si è ancora pienamente usciti dalla crisi, si comincia a intravedere qualche luce, spenta improvvisamente da un terribile terremoto che tocca quattro regioni dell’Italia centrale. E anche qui ci si rimbocca le maniche, ma i tempi della ricostruzione sono lunghi.

Anno 2019: La ricostruzione dopo il terremoto in tanti posti è ancora in alto mare allorché inizia una terribile pandemia, con morti, ospedali intasati, ancora crollo dell’economia, perdita di lavoro, paura, ristrettezze.

Anno 2022: Non si è ancora usciti dall’epidemia, anche se ci appare qualche luce, ed ecco la guerra in Ucraina. Il mondo intero è prostrato per i risvolti che questa guerra comporta.

Quattordici anni terribili. Per disperarci? No di certo. Ma sicuramente anni da leggere con sapienza. Anni che ci interrogano come cristiani e ci invitano a riflettere su cosa significhi quell’augurio, o meglio quell’atto di fede: Buona Pasqua, Cristo è Risorto!

Bisogna partire dal guardare il Crocifisso, il Crocifisso per amore. Lui, Gesù, poteva non soffrire, poteva non morire, eppure ha scelto di essere rifiutato fino al punto che il Padre ha permesso che ogni male si accanisse su di lui.

Noi non capiamo dove sta la misericordia di Dio vedendo il Crocifisso, ma possiamo capire che se Dio per il Figlio ha accettato quella sorte, vuol dire che una risposta c’è. Una risposta che non capiamo, ma che c’è. È ancora quel “non capisco, ma mi fido” che ha sempre caratterizzato la vita di Maria, nell’annunciazione, nello smarrimento di Gesù al tempio, ma soprattutto nel giorno del Sabato Santo, allorché, mentre tanti pensavano che tutto fosse finito, Maria era in attesa. Non poteva finire tutto con una pietra enorme sopra un sepolcro.

L’attesa fiduciosa di Maria! Lei non sa, non comprende, ma è certa che Dio avrebbe fatto meraviglie. E non è rimasta delusa.

Oggi noi abbiamo la certezza che Cristo è risorto, ma forse in questo tempo siamo chiamati a sottolineare con forza il valore del Sabato Santo, il giorno della speranza e dell’attesa. In altre parole, la durezza delle vicende della vita non devono allontanarci dal Signore, tutt’altro. Devono servire per comprendere quanto la nostra vita è fragile, quanto la nostra vita è precaria. Del resto lo sappiamo bene, non siamo padreterni, non ci siamo fatti da soli, siamo creature. E proprio per questo dobbiamo trovare un punto di appoggio, un punto in cui trovare consistenza. E la Parola di Gesù è quella roccia su cui la nostra vita può fondarsi e trovare forza. Bisogna imparare l’attesa fiduciosa, attesa che non dispera, attesa che non crolla. Attesa certa che ha un nome: Speranza!

Sì, carissimi, con questo spirito diciamoci pure: Buona Pasqua, Cristo è risorto!

+ Gerardo Rocconi, Vescovo

 

 

 

L’agenda del Vescovo per il triduo e la domenica di Pasqua

Giovedì 14 aprile, Giovedì Santo
Ore 17: Monastero delle Clarisse, S. Messa
Ore 18.30: Duomo, S. Messa nella “Cena del Signore”

Venerdì 15 aprile, Venerdì Santo
Ore 10-12: In Duomo per Confessioni
Ore 15: Ospedale, Via Crucis
Ore 17: Chiesa San Nicolò, Inaugurazione Mostra Sandra Sabattini
Ore 18.30: Duomo, Commemorazione della Morte del Signore
Ore 21: Via Crucis dal Duomo

Sabato 16 aprile
Ore 10-12: In Duomo per Confessioni
Ore 16-19: In Duomo per Confessioni
Ore 22: Duomo, Veglia Pasquale

Domenica 17 aprile
Ore 10.15: Ospedale, S. Messa
Ore 12: Santuario delle Grazie, S. Messa
Ore 18: Duomo, Vespri e S. Messa